sabato 5 novembre 2011

Trentenni e lavoro - post dalla rete

Trentenni e lavoro

Caro Severgnini, si parla tanto dei giovani, delle politiche a favore dei giovani e dei problemi dei giovani quando vengono posti davanti al mondo del lavoro. Chi sono allora i giovani? Sono ragazzi che hanno fatto sacrifici per 5 anni, magari lontano da casa, per ottenere una formazione superiore, e ora vengono additati come pelandroni privi di olio di gomito. Sono persone che per i cinque o sei anni successivi al termine degli studi hanno accettato lavori malpagati, degradanti, hanno ingoiato insulti e si sono comunque trovati sostituiti da “carne fresca” allo scadere del contratto. Sono uomini e donne che non hanno una certezza, non hanno un’indipendenza o prospettive, ma debbono accettare l’epiteto “bamboccioni” quando si scopre che sono ancora sotto il tetto paterno.

Io ho 31 anni, non sono più un “giovane” e tanto meno un “vecchio sistemato”, non so nemmeno in che regione lavorerò tra un mese e non ho prospettive per il futuro: mi viene da ridere al pensiero che i miei genitori (della generazione che ci addita come bamboccioni) alla mia età avevano già una casa di proprietà e due figli. La cosa che più mi scoraggia però sapete qual è? Che quando le aziende inizieranno ad investire di nuovo sui giovani (sperando che questa circostanza si verifichi, in prima istanza), chi credete che assumeranno? Io credo che punteranno sulle nuove leve, i 25enni freschi di studi, i cosiddetti “novantini”. I 30enni come me, generazione anni ’80, saranno relegati in uno scaglione ISTAT che ha perso ogni opportunità, ha visto i propri sogni traditi e non ha né un presente né un futuro.

Con la fine di novembre scade il mio ennesimo contratto a progetto, e tornerò ad inviare CV, resume e lettere di presentazione. Sono stufo e stanco: credo che la mia generazione abbia molto da dare e poche possibilità per farlo. A questo giro tentiamo anche la strada dell’estero, chissà che gli Italians non vogliano farmi il loro “in bocca al lupo” o darmi qualche suggerimento.
Lorenzo Zampieri
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Mia risposta :
Ciao Lorenzo,
io sono stato assunto a tempo indeterminato a 32 anni.
Non ci sperava più e questo è avvenuto dopo anni di contratti a progetto e prese in giro. Ora la mia vita è cambiata, un po’ in meglio : posso fare qualche progetto in più.
Ti posso suggerire di continuare a mandare curriculum, cercando di selezionare aziende che possanno, dall’esterno, sembrare solide ed affidabili. Specificare nella lettera di presentazione che non intendi affrontare percorsi con contratti a progetto (l’azienda, se è seria e ti vuole valutare ha tre mesi per farlo se non ricordo male). Investi su una lingua straniera : questo ti può aiutare a candidarti per posizioni specifiche dove essa è richiesta. Un grosso in bocca al lupo. Luca !