lunedì 20 luglio 2009

Attenzione al mito vado in Spagna e lavoro - post dalla rete



Cari Italians e caro Beppe, eccovi un accorato appello per coloro che volessero trasferirsi in Spagna a cercar lavoro e migliorare le loro condizioni di vita. Fino a circa 4-5 anni fa valeva ancora la pena trasferirsi in Spagna: si trovava lavoro con relativa facilità, ovviamente sempre in funzione del titolo di studio, l'esperienza e la zona in cui ci si trasferiva, la vita era più economica, e ovviamente la dolce vita spagnola che è quella che è e non ha bisogno di commenti. Ma, ora come ora, delle cose citate sopra, resta solo la dolce vita. La disoccupazione è attorno al 18% e i prezzi in questi anni sono saliti vertiginosamente, soprattutto quelli di case, sia in affitto che in vendita. Lo dico perché negli ultimissimi anni e addirittura mesi gli italiani in cerca di chissà che sono aumentati esponenzialmente. Arrivano qui neo-laureati, spesso in facoltà con poco o nullo mercato (lettere, filosofia) o con un mercato già stra-saturo (traduttori, laureati in lingue). Lo dico perché riceviamo CV di italiani sedicenti traduttori quasi giornalmente. Il profilo di queste persone è molto omogeneo, non c'è varietà, non hanno nulla in più da offrire. 30enni, laureati in materie umanistiche, poca o nulla esperienza. Venire in Spagna ora può valere la pena se si è o ingegneri o informatici o simili CON ESPERIENZA, ottima conoscenza dell'inglese e possibilmente anche di un'altra lingua, meglio se il tedesco. E' quello che stanno cercando. E nemmeno abbonda questa richiesta, a dire la verità. Pensare di venire qui e sopravvivere dando lezioni di italiano è una follia. Lasciare un lavoro in Italia per venire qui in quelle condizioni è suicida. Sì, c'è la dolce vita, ma anche per quella ci vogliono soldi, specie a Madrid e Barcellona o Paesi Baschi. E nel resto delle regioni, forse più a buon mercato non c'è lavoro! Italiano avvisato, mezzo salvato...

Isabella

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