lunedì 15 marzo 2010

Incontro presso università Bocconi "Sopravvivere alla flessibilità"


Precari, dualismo del mercato del lavoro, contratto unico. Di questo si discuterà con Boeri, Kostoris e Tiraboschi lunedì 15 marzo a Economia e società aperta.

Dal 2007 a oggi, la disoccupazione in Italia è salita dal 6,1% all’8,6%. Due punti percentuali e mezzo in linea con quanto poteva essere previsto alla luce dell’andamento del prodotto interno lordo. Però, “aggiungendo a questi numeri i lavori a tempo pieno equivalenti alle ore erogate di cassa integrazione, il tasso di disoccupazione salirebbe al 10,7%”, spiega Tito Boeri, ordinario di economia del lavoro alla Bocconi e relatore di “Disoccupati e precari: e se diventano una categoria?”, il terzo incontro di Economia e società aperta, in programma lunedì 15 marzo presso la nuova aula magna Bocconi. Con Boeri discuteranno di mercato del lavoro duale e possibili via d’uscita Fiorella Kostoris, ordinario di economia alla Sapienza e Michele Tiraboschi, ordinario di diritto del lavoro a Modena, moderati dal giornalista del Corriere Dario Di Vico.

“Dall’inizio della recessione sono stati distrutti quasi 800 mila posti di lavoro e in quattro casi su cinque si tratta di lavoratori duali”, sottolinea Boeri. Questi ultimi, i precari, sono soprattutto giovani e poco assistiti dallo stato: sempre dal 2007, secondo Boeri, la disoccupazione giovanile è aumentata di dieci punti, salendo al 27%, mentre meno del 4% dei disoccupati con meno di 30 anni “riceve sussidi di disoccupazione e indennità di mobilità”. Il precario, “o meglio, lavoratore duale, in quanto vittima di un dualismo del mercato del lavoro che tutela il tempo determinato e non le forme contrattuali flessibili”, guadagna il 25% in meno a parità di condizioni e rischia otto volte di più il posto di lavoro.

Su una possibile exit strategy da questa situazione di dualismo contrattuale, e dalle conseguenze che esso genera, Boeri è chiaro: “Innanzitutto, deve cambiare la fase di inserimento nel mercato del lavoro: ci sono diverse proposte volte a conciliare la flessibilità richiesta dai datori di lavoro con le esigenze di stabilità dei dipendenti con un contratto unico a tutele progressive”. In secondo luogo, sulle retribuzioni, “potrebbero anche avere effetti positivi sull’occupazione un salario minimo orario e soglie minime di reddito per chi vuole assumere con contratti flessibili”. Infine, va decisamente rivisto il sistema degli ammortizzatori sociali: “Si può pensare a un sussidio unico di disoccupazione con regole di accesso uguali per tutti. Costerebbe meno degli strumenti in deroga oggi vigenti”.

La partecipazione è gratuita previa iscrizione al sito: http://www.economiaesocieta.org/News/Sopravvivere_alla_flessibilita.kl

Io ci sarò...

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