martedì 16 marzo 2010

Sopravvivere alla precarietà o sopravvivere alle dichiarazioni di Tiraboschi ? - Luc@



Sul sito "Economia e società" (http://www.economiaesocieta.org/Videogallery/Diretta_2010/Il_convegno_in_diretta.kl) è ancora possibile leggere le domande inviate ai partecipanti dell'incontro sul precariato "Sopravvivere alla precarietà" di lunedì 15 marzo presso l'università Bocconi: molte di queste domande erano rivolte al professor Michele Tiraboschi, le cui comparsate a questi convegni suscitano sempre parecchi interrogativi e destano incredulità nel pubblico...

L'incontro è durato circa due ore,
è stato introdotto dal professor Tito Boeri, il quale ha dato informazioni interessanti e decisamente preoccupanti.
Ha ricordato che l'attuale tasso di disoccupazione si aggira sull' 8,6 % (senza cassa integrazione si aggirerebbe al 10,7 %).
Inoltre ha messo in evidenza i seguenti dati:
- circa 800.000 posti di lavoro sono coinvolti nella crisi.
- la categoria dei precari non è rappresentata dal punto di vista sindacale rispetto ai dipendenti e ai pensionati.
- il salario di un precario è mediamente più basso del 25% rispetto a quello di un dipendente (tralasciando bonus, ticket, tredicesime ed eventuali quattordicesime)
- un precario può perdere il posto di lavoro fino ad otto volte più facilmente che un lavoratore dipendente.
- solo quattro precari su 100 ricevono sussidi per la disoccupazione.
- la categoria rischia di percepire pensioni più basse del 30% rispetto ad un dipendente.

Per uscire da questa situazione il professor Boeri ha proposto l'introduzione delle seguenti misure:
-rivisitazione minimi salariali
-incentivazione all'uso del contratto a tempo indeterminato
-introduzione sussidio unico di disoccupazione

Ha poi preso la parola la giornalista Fiorella Kostoris che ha ricordato alcune cifre che possono arrivare a farci avere un idea del numero di precari presenti nel nostro paese al 2009: dovremmo essere circa 2.500.000.
Non male...

Il Ministro Sacconi è stato invitato ma non si è presentato, e di ciò lo ringrazio personalmente.

Al suo posto avevamo appunto il "sacconiano" (non nel senso di emule di Arrigo Sacchi ahimè) Michele Tiraboschi, persona che ho avuto già modo di ascoltare durante un incontro organizzato nel 2009 a Milano e che mi sembra del tutto distante dalla realtà del mondo del precariato, nonostante abbia ricoperto un ruolo di primo livello nella fondazione Biagi (della quale non è più vice presidente) .
Il professor Tiraboschi ha da sempre elogiato la flessibilità, attribuendo a questo strumento il merito di aver abbassato il lavoro in nero
(forse bisognerebbe ricordargli che fare "i dipendenti a progetto" ricevendo meno contributi rispetto ai colleghi assunti non è propriamente corretto).
Ha ricordato che le aziende devono puntare sulla formazione (poco importa il fatto che non sei assunto non ti formano a priori) e che i lavoratori a progetto sono pagati tutto sommato in maniera equa etc etc.

Per fortuna il bravissimo giornalista Dario Di Vico è più volte intervenuto per correggere i dati forniti dal Professore Tiraboschi
(mi fa sorridere che le dichiarazioni di questo illustre professore vengano sempre corrette dal giornalista presente, sia il Di Vico o il Gad Lerner di turno e suscitino spesso ilarità tra i ragazzi del pubblico).

Non ho potuto intervenire durante l'incontro, purtroppo non ero nelle primissime file e pazienza se ho alle spalle dieci anni di esperienze di lavoro in nero, a progetto, a partita iva.

Concludo dicendo che apprezzo si stia continuando a parlare del tema, occasioni di confronto di questo tipo dovrebbero avere cadenza annuale.

Vorrei solo fare un appunto a chi organizza questi incontri: invitate sul palco un precario, uno di noi.
Non siamo mai rappresentati in questi incontri: almeno abbiate la pazienza, qualche volta, di ascoltarci e di dare a noi precari la possibilità di raccontare la nostra esperienza.
Credo che il nostro punto di vista potrebbe essere interessante...

Luca

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