lunedì 23 febbraio 2009

Jobbing - presentazione libro


Potete trovare nelle librerie "Jobbing" (ed. Sperling & Kupfer)
Jobbing è una guida pratica per orientarsi nel mondo del lavoro: il suo obiettivo non è illustrare come trovare lavoro, ma quale lavoro cercare. Sono 100 schede illustrative di altrettante professioni e tre appendici conclusive dedicate a Curriculum Vitæ, Colloquio e alle tipologie di Contratto e Retribuzione.
Tutte le professioni sono indicizzate in base a otto segmenti di mercato: Media e Comunicazione, Moda e Creatività, Eventi e Turismo, Economia e Marketing, Risorse Umane e Amministrazione, Organizzazione e Servizi, ICT - Information & Communication Technology e Intramontabili.
Per ciascuna scheda è descritto in cosa consiste ciascun mestiere, quali sono le attività che lo identificano, la formazione scolastica più adatta, le competenze tecniche e le caratteristiche relazionali indispensabili per quel determinato profilo. Ed è illustrato anche il percorso professionale che può aprirsi davanti, con le tipologie contrattuali attraverso le quali quella professione viene regolata e le rispettive retribuzioni medie specifiche.
(scheda dal sito "generazione1000euro).
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Gli autori del libro lo presenteranno presso il Mondadori Multicenter di via Marghera 28 Milano
lunedì 2 marzo alle 18.30

Intervengono:
Walter Passerini, responsabile Io Lavoro - Italia Oggi
Alessandra Alessandri, head hunter Horton International
Marco Montemagno, co-fondatore e amministratore delegato Blogosfere
Mario Pellizzari, vicedirettore Ied Modalab Roma
Modera: Riccardo Pasini, direttore Odeon Tv

giovedì 19 febbraio 2009

Conferenza sul precariato al Piccolo di Milano - incontro

Questa sera ho assistito a Milano a una conferenza sul tema del precariato e sulla flessibilità nel mondo del lavoro.
Ho potuto, dopo aver ascoltato gli interventi del professor Tiraboschi (Professore ordinario di Diritto del lavoro presso l'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia ), Giovanna Zucconi (giornalista) e Gad Lerner(giornalista e conduttore televisivo) trarre alcune conclusioni.
Il professor Tiraboschi, nonostante la cattedra e i prestigiosi incarichi che ricopre, non ha forse ben chiaro il disagio che hanno i giovani che devono affrontare un percorso lavorativo che non sanno, spesso, dove li porterà e a che condizioni.
Il giornalista Gad Lerner, ha, credo, saputo ben interpretare il disagio dei pochi giovani in sala, anche la Zucconi si è dimostrata non in sintonia con quanto affermato dal Tiraboschi.
Possibile che (si veda il sottoscritto... precario da 10 anni passato attraverso promesse di assunzione, partita iva, lavoro nero, ritenute d'acconto, co.co.co. ) in Italia non si abbia il coraggio di dire che la Legge Biagi così com'è è vergognosa !!!
Devono essere messi dei paletti, non si può essere precari a vita o per anni, un azienda in tre, sei mesi deve poter decidere se sei valido o meno e magari investire su di te.
Basta imprenditori che frodano il lavoratore (lesinando sui contributi) e lo Stato (sulle tasse), facendoti fare 40 ore di lavoro a settimana (lavoro "subordinato") spacciandolo per un "progetto".
Se io passo 5 giorni su 7 in un ufficio 8 ore al giorno cosa sono ? Un' attaccapanni ?!
Basta con questi "professori" che vivono distanti anni luce dalla realtà, dagli uffici, dalle ditte che mi sembrano come i politici di oggi... distanti anni luce dai nostri problemi.
Abbiamo diritto a un futuro, a sognare, a costruirci un domani. Non siamo tutti dei lavativi o dei drogati o dei viziati. Mi ha fatto male vedere una persona anziana che la pensava in questo modo. Chissà magari nella sua vita però avrà avuto la possibilità di costruirsi una vecchia "serena".

martedì 17 febbraio 2009

Incontro sul precariato al Piccolo Teatro Studio

Un dibattito sul lavoro che cambia per il ciclo "Due ore con..."
Giovedì 19/02 ore 17.30

"Precario, flessibile, sicuro: il lavoro che cambia – confronto fra le teorie e i soggetti del lavoro". È questo il tema del secondo appuntamento di “Due ore con”, ciclo di incontri promossi da Enel, in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano, in cui si confrontano personalità legate al mondo dell’informazione, della cultura, dell’economia, della politica, delle istituzioni.

Giovedì 19 febbraio alle ore 17.30 presso il Piccolo Teatro Studio di Via Rivoli prendono parte al dibattito Gad Lerner, giornalista e autore della trasmissione L’Infedele, Michele Tiraboschi, docente di Diritto del Lavoro presso le Università di Modena e di Reggio Emilia e Giovanna Zucconi, giornalista, scrittrice e autrice. Modera l’incontro Giuliano Da Empoli, sociologo e scrittore.
Al centro del dibattito il significato del lavoro nel mondo moderno, le parole e i contenuti di un sistema economico e sociale che ha conosciuto un’evoluzione straordinaria. In un momento congiunturale come quello che stiamo attraversando, anche alla luce del nuovo modello di contrattazione, le tematiche legate all’occupazione, alla precarietà e alla flessibilità suscitano quotidianamente discussioni e polemiche.

Ingresso libero fino a esaurimento posti

L’incontro sarà trasmesso in streaming sul sito http://www.enel.it


per informazioni e commenti info@piccoloteatro.org

mercoledì 11 febbraio 2009

Tira davvero una brutta aria in Inghilterra - lettera



Lettera inviata al blog di Beppe Severgnini "Italians"
(http://www.corriere.it/solferino/severgnini/)

Caro Beppe,
tira davvero una brutta aria qui in Inghilterra.
Con la stupida frase coniata durante il congresso laburista dello scorso autunno, «british jobs
for british people»,
il premier Brown ha creato false speranze, sciocche illusioni
e potenzialmente risentimento e razzismo.
La Gran Bretagna è in totale caos economico-finanziario.
Ma quello che sta succedendo nelle ultime settimane è ignobile.
La vicenda della Irem in Lincolnshire è il sintomo del malessere ormai non più
malcelato dei britannici verso gli stranieri, europei inclusi.
Quando le cose andavano bene la manodopera straniera faceva comodo eccome,
dato che i britannici si tenevano per loro i lavori migliori facendo fare quelli meno
retribuiti agli stranieri. Adesso ovviamente con la crisi il giocattolo si è
rotto, la disoccupazione impazza, e il lavoro non te lo «scegli» più, ma prendi
quello che c'è perché sei disperato e devi pagare mutuo e bollette.
Vivo nel Regno Unito da dieci anni e mi sono trasferito da poche settimane nel
Pembrokeshire (Galles). Nazione civile e ospitale, popolazione più cordiale e
aperta di quella inglese. Eppure qualche giorno fa sono andato dal barbiere e
fuori c'era un bel cartello con scritto “«british jobs for british people, it is time to stand up».
Se inizio a respirare questa brutta aria nella quiete campagna gallese, temo davvero il peggio nelle «meno civili» e più pericolose Nottingham o Manchester.
Viviamo in una società di libero mercato, i cittadini europei hanno gli stessi diritti di quelli britannici, il mercato del lavoro e delle merci è «comune».
Tornare al protezionismo è pericoloso, e in un Paese multietnico e multiculturale come il Regno Unito, potenzialmente autodistruttivo.
Dallo stupido cartello della vetrina del barbiere alla «caccia
all'indiano» (o italiano) a Liverpool il passo è piu' breve di quello che si
possa immaginare, sapendo soprattutto quanto è inguaiato al momento questo
Paese e a quanto è arrabbiata la popolazione.

Autore Roberto Diomede