mercoledì 23 settembre 2009

Se il nuovo sogno è uno stipendio a vita - articolo

A proposito del nuovo gioco della Sisal mette in palio una rendita di 4 mila euro al mese

di BEPPE SEVERGNINI


I sogni si adeguano. Fino a ieri la vincita che ti cambiava la vita, oggi la rendita che te la sistema, o quasi. L’idea della Sisal — mettere in palio un vitalizio di quattromila euro esentasse per vent’anni — è abile, e dimostra conoscenza dell’animo umano. Si passa dalla fantasia impossibile alla speranza abbordabile, dall’eventualità di trasformarsi in un sultano a quella di diventare uno stipendiato. Senza lavorare. Prospettiva vagamente immorale, quindi graditissima.

Cambia l’orografia del gioco. Una volta c’era il «montepremi»: fin dal nome, alto e irraggiungibile. Oggi i premi diventano colline, alture, dossi impiegatizi. Qualcuno potrebbe dire: ma no, se vinco, datemi 960mila euro— subito! La rateizzazione delle vincite, tuttavia, piacerà a molti. A chi ritiene di avere le mani bucate, e preferisce questa dose omeopatica di buona sorte. A chi pensa ai figli che — comunque vada — erediteranno la vincita. Agli abitudinari, che già immaginano la gioia a puntate. Ogni mese, per vent’anni, quattromila euro (netti). Lo stipendio di dirigente, senza dirigere alcunché. Il sogno erotico di un prepensionato senza età.

L’unica categoria cui la novità potrebbe non piacere è quella dei precari: la loro vita è già una lotteria. È vero, non devono acquistare il biglietto, per provare il brivido dell’incertezza. E, se vincono, vincono poco. Mille euro al mese, non quattromila. Per venti mesi, se va bene, non per vent’anni. Win for Life!, vinci per la vita!, grida la Sisal. Grazie, ci basta pareggiare, sussurrano Silvia e Salvatore, che ancora non riescono a sposarsi.

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